I bei maglioni della nonna?

i bei maglioni della nonna

I bei maglioni della nonna

Ho notato che appena dici a qualcuno che “lavori a maglia”, spesso la prima domanda che ti fanno è “Brava, fai quei bei maglioni della nonna”? Bene, a parte che il lavoro a maglia si è decisamente evoluto e non esiste più l’assioma ferri=maglioni e uncinetto=centrini. A parte che io maglioni, siano della nonna o della sorella non ho ancora imparato a farli, quindi c’è anche un impedimento tecnico. Ma soprattutto… qualcuno ancora vuole indossare quei “bei maglioni della nonna”?

Il revival

Figurarsi se non so che i maglioni di lana grossa, tutti tricottati non sono tornati di moda. Mi fa anche molto piacere che ci sia questo revival, da appassionata di vintage e “magliaia al telaio” quale sono.
Ma io dico, ve li ricordate? No, no, non le belle maglie morbide che si comprano oggi nei negozi cool, leggere e calde. Io mi riferisco proprio a loro, ai maglioni della nonna, quelli veri. Quelli che regalavano per Natale a noi bambini degli anni ’70 e ’80. Quelli che non si poteva deludere la nonna che aveva lavorato tutto l’anno per creare complessi disegni. Quelli, ahinoi, CHE BUCAVANO.

Che pizzicavano, che prudevano, che ci facevano sembrare delle tarantole impazzite.
Loro.

maglioni della nonna
Il lago dei cigni

Ma come le veniva in mente?

E non solo. Oltre alla lana che prudeva c’era anche il problema non indifferente dei disegni, spesso e volentieri… imbarazzanti. Casette, aironi, arcobaleni, coniglietti, sui bei maglioni della nonna c’era posto per tutti! Ancora mi domando dove trovassero l’ispirazione, forse si passavano la voce tra nonne. Magari c’erano degli arguti schemi nei giornaletti tematici.

maglioni della nonna
Il paese dell’arcobaleno

Il cartello delle nonne

Più probabilmente c’era, sì, uno schema. Quello, diabolico, per punire i nipoti da nord a sud della penisola e forse anche altrove. Tu facevi impazzire la nonna in qualche modo? E lei zac, si sentiva con le sue colleghe di loggia e ti confezionava un maglione. Maglione che aveva, se eri stato di molto “birbone”, come si dice a Firenze, le seguenti caratteristiche.

A) Lana effetto cactus.

B) Maniche sempre leggermente corte, tanto da intozzire la già non atletica figura della 12enne e farti anche soffrire il freddo ai polsi. La scusa che ti aveva preso le misure a maggio ed il maglione veniva consegnato a Natale non regge.

C) Colore rosa pallido, in perfetto pendant con i brufoli.

C) L’elegante disegno di un grasso colibrì, capace di scatenare l’ironia anche del più timido dei compagni.

A quanto sopra, io per dire ci aggiungevo del mio, sfoggiando con disinvoltura fuseaux con ghette (altro che leggings!) e scarponcini dal bordo peloso.

maglioni della nonna
L’elegante iguana prosegue anche sulla schiena

Ma perché quella lana bucava?

Comunque, superato quel controverso periodo della vita, e riposti negli scatoloni i famigerati maglioni della nonna, mi è rimasto sempre il dubbio sul perché quella dannata lana fosse così pungente.
Argomento che mi stava molto a cuore: per anni ho portato anche collant dello stesso materiale, vi lascio immaginare la goduria.

Interrogato a riguardo, il mio spacciatore di filati preferito, titolare di un magazzino meraviglioso qui a Prato, mi ha dato la sua versione dei fatti. Preciso che avendo 86 anni è, per motivi anagrafici, colluso con il cartello delle nonne. Le discolpa, infatti, sostenendo che dipendesse dalla composizione della lana usata allora, senza dubbio pura lana 100% poco trattata. Oggi, a suo dire, per questo tipo di lavori si usa un materiale che contenga almeno il 20% di poliammide, o comunque di filato sintetico, che rende tutto più morbido e confortevole, e comunque anche la pura lana viene lavorata in modo da risultare più confortevole.

Sarà, non ho argomenti per controbattere.

Ma ho il sospetto che il revival modaiolo nasconda una società segreta di nuove nonne pronte a stendere nipoti a colpi di maglioni pungenti!

P.S. I maglioni che vedete in queste immagini sono meravigliosi, e sono anche tutti in vendita su Caos Retrò!

6 commenti

  1. Francesca

    Ahahaha i maglioni della nonna mi mancavano! Pensa che mia madre ha avuto il coraggio di comprarmene uno per la mia cresima, con una fantasia “boschiva”, abbinata a dei fuseaux con le ghette stile Paperon de Paperoni e cappotto rosso fuoco con colletto leopardato! Una roba indecente!

    Rispondi
    1. MaMaglia

      Che spettacolo! Il cappotto rosso con collo di leopardo mi mancava 😂😂😂

      Rispondi
  2. Paola

    Negli anni ’80 mi ricordo anche il prurito delle dannate canottiere in lana… aiuto!

    Rispondi
    1. MaMaglia

      A volte era canottiera di lana con maglione del medesimo materiale… Una tortura! 😯

      Rispondi
  3. Anna Rita Fabiani

    Ah, ma allora non è solo una moda del mio paesino, in Abruzzo… avevo un cappello che mi faceva venire l’orticaria… ma lo “dovevo” indossare… sennò la nonna chi se la sentiva???

    Rispondi
    1. MaMaglia

      Non posso rispondere per altre regioni, ma in Toscana era una tortura che toccava a tutti, dalla città al paesino 😯

      Rispondi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *