Ma non ti rubano il mestiere?

Ma non ti rubano il mestiere?

Quando racconto a parenti ed amici e conoscenti che tengo dei corsi di maglia al telaio, la prima domanda che mi fanno, nella maggior parte dei casi è : “Ma non ti rubano il mestiere?”.
Ecco cosa rispondo.

I miei corsi

A Dicembre 2018 ho tenuto il mio primo workshop di maglia al telaio, presso Lofoio a Firenze.
È stato un successo, a dire la verità anche un po’ inaspettato per me, e le ragazze che hanno partecipato hanno chiesto addirittura il bis, per imparare dettagli, rifiniture e nuovi punti.

MaMaglia Fine Art, lo abbiamo chiamato scherzosamente.
Ce ne saranno altri, presto, e se ne vuoi uno tutto tuo, come spiego in questa pagina, contattami.

Ma il punto di questo post non è la qualità dei miei corsi, ma la reazione che spesso ho ricevuto quando ne ho parlato.

I dubbi sulla condivisione

Eh sì, quasi tutti mi hanno domandato se non ho timore che coloro che frequentano lezioni con me mi “portino via il lavoro” o anche, nella migliore delle ipotesi, che poi non comprino più da me.

Mi sono accorta di questo perché Dicembre è stato il mese in cui ho partecipato a più mercatini, in cui ho visto più spesso sia gli amici che la famiglia, e ho notato che davvero, a molti, la condivisione fa paura.

Beh, io ho paura di cose ben più serie. Sono terrorizzata dal buio, per esempio, soprattutto se sono da sola. Anche le cavallette mi incutono un panico non indifferente, per non parlare dei film horror. Ma scherzi a parte no, non è qualcosa che temo, a dire il vero, non credo che ci siano rischi a riguardo.

È un rischio che non corro

Non sto facendo la sbruffona, non penso certo di essere così brava da produrre manufatti ineguagliabili nella loro perfezione, tutt’altro.

Io ho scelto di fare questi seminari perchè trovo che siano un’esperienza umana incredibile, soprattutto quando si ha a che fare con i bambini.

Ma non ti rubano il mestiere?
Il mio laboratorio per bambini di maglia con le dita

Inoltre, so che chi si avvicina a questi corsi, non lo fa quasi mai per diventare a sua volta un maestro nella stessa materia. Nella maggior parte dei casi si tratta di persone (le donne la fanno da padrone, va detto) che hanno semplicemente voglia di imparare qualcosa di nuovo, di sperimentare una nuova tecnica di lavoro, di mettersi alla prova con un piccolo traguardo, di tenere testa e mani allenate.

Il motore del nostro miglioramento come persone passa proprio da qui, dalla voglia di porsi sempre nuovi obiettivi e di non smettere mai di apprendere.

Alcune immagini tratte dal mio workshop del 1 Dicembre 2018

Le ragazze che hanno partecipato al mio seminario, per esempio, fanno tutte lavori completamente diversi dal mio: una lavora in banca, un’altra ha un albergo, un’altra ancora fa la commessa. Nessuna intende intraprendere la carriera di “magliaia matta” della sottoscritta.

Ma poi, anche se così fosse, ci sarebbe davvero da averne paura?

Si può rubare qualcosa di così personale?

Io sono convinta di no, e questi corsi me lo hanno insegnato ancora di più.

Io e le mie “allieve” (credimi, mi fa strano davvero chiamarle così, non mi sento assolutamente un’insegnante) abbiamo prodotto ognuna, insieme, un cappello con pon pon, con lo stesso telaio e con filati simili per spessore e consistenza, anche se diversi nei colori.

Dovresti vedere da vicino i risultati: tutti diversi. Ognuna ha la sua mano, il suo modo di lavorare. Chi tende il filo, chi lo lascia morbido, chi va da destra verso sinistra, chi viceversa.

Ma non ti rubano il mestiere?
Ecco il gruppo… ognuna con il suo cappello!

E del resto anche io, nel mio lavoro di MaMaglia, ho un metodo del tutto personale. Un modo mio di ricercare i filati, di studiare i modelli ed punti, di rapportarmi alla clientela, di raccontare quello che faccio. Un modo né migliore né peggiore di quello degli altri, ci mancherebbe, ma mio. Un artigiano si dedica con tutto se stesso ai propri manufatti, tanto che essi contengono, secondo me, un po’ della sua anima
Sono tanti piccoli horcrux che ci regalano immortalità, ma nel senso buono del termine (sì, ho letto di recente tutta la saga di Harry Potter!).

Quindi penso che anche se a qualcuna venisse in mente di lasciare il posto in banca per seguire le orme di MaMaglia (beh, parliamone insieme prima, amica mia…), non credo che, anche volendo, potrebbe rubarmi davvero il mestiere. Lei racconterebbe il suo mondo, diverso inevitabilmente dal mio, e probabilmente chi ne è affascinato non avrebbe gli stessi sentimenti nei miei confronti.

Ma allora, perché tanta inquietudine?

Nonostante ciò, infatti, l’apprensione rispetto alle copie è tanta, e soprattutto tra i colleghi che lavorano con le mani è qualcosa di cui ci si preoccupa moltissimo.

Non hanno mica torto, quelli che hanno paura di essere copiati. Perché c’è anche una buona fetta di artigiani, se così vogliamo chiamarli, che prende schemi, lavori e idee a caso e le replica.

Per carità, io so bene di non aver inventato né le sciarpe né gli scaldacollo. Ma in quel modo li ho studiati e pensati, e se li rifai praticamente uguali, li fotografi nello stesso modo e poi vai in giro a dire che sono idee originali… beh, è chiaro che mi girano le scatole. Sì, penso che la tua attività farà poca strada, che la mancanza di creatività si veda, alla fine. Ma mi girano le scatole lo stesso.

E quindi?

Purtroppo i disonesti, le persone che non hanno idee proprie e che sfruttano quelle degli altri ci sono, e ci saranno sempre. E non sarò io né un mio post o qualche accorgimento banale a dissuaderle.

Quello che resta, però, sono anche i rapporti umani con le persone, che non si possono replicare neanche provandoci, e che questi corsi che sto organizzando mi restituiscono a piene mani.

Perciò, no, non mi rubano il mestiere. Anzi, lo rendono più bello.

Tu cosa ne pensi? Come al solito pecco di ottimismo ed ingenuità oppure la vedi come me?

2 commenti

  1. Francesca

    Io forse sono poco esperta del settore, ma confesso che era venuto in mente pure a me! Però mi hai tolto tutti i dubbi, complimenti per quello che fai!

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    1. MaMaglia

      Ma è normale avere certi dubbi, è proprio per questo che ho scritto il post! 😉

      Rispondi

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