Il cappello con pon pon

IL CAPPELLO CON PON PON

Caldo, spiritoso, fa subito “inverno”: è il cappello con pon pon. Ma sai da dove viene, come nasce questo accessorio e perché?

La storia del pon pon

Da tanti anni il cappello con pon pon fa parte del nostro guardaroba. È il berretto per eccellenza delle giornate sulla neve, è un accessorio allegro che indossiamo volentieri. Il pon pon, diciamocelo, è decisamente simpatico.

Eppure, la sua origine non è molto “giocosa”, tutt’altro…

Il cappello con pon pon - Mamaglia

Si pensa infatti che la traccia più antica di un pon pon sia quella della statuetta votiva del il dio vichingo Freyr, ritrovata in Svezia nel 1904. Il dio norreno, che nella tradizione mitologica cavalca il cinghiale d’oro e domina sul sole, sulla pioggia e sui raccolti, è raffigurato proprio con un cappello con pon pon.

Sì, quello che oggi è diventato un accessorio spiritoso e aggraziato, è stato, ed è ancora per certi versi, simbolo di potenza e forza.

Il cappello con pon pon: dai santi ai marinai

Sì perché non è stato solo Freyr a fregiarsi di autorevoli pon pon sul copricapo, anche la berretta indossata da preti e vescovi cattolici termina con lo stesso accessorio. Per non parlare dei militari! Già nella scandinavia medievale era utilizzato una specie di basco, o bonnet arricchito da un pon pon, ed è una finitura particolarmente amata dall’esercito francese Ne hanno spesso avuto uno (che loro chiamano pompon) sui propri cappelli.

Nella fanteria napoleonica il pon pon aveva colori diversi che servivano a riconoscere immediatamente il grado di appartenenza, ed è rimasta traccia di questa tradizione anche nell’attuale berretto che fa parte della divisa dei marinai.

Foto Archivio Eugène Le Droff @letelegramme.fr

A cosa serve il pon pon?

Dunque, il pon pon sul cappello di dei, eserciti e prelati, segnale del ruolo e della carica che ricoprono. Ma a cosa serve, in parole povere, un pon pon?

Adesso è un semplice abbellimento, e la celeberrima Martha Stewart sostiene che nel periodo della grande depressione sia diventato un vezzo economico, un modo facile e poco costoso per rendere un berretto più carino. Ma in passato, ai tempi del buon vecchio Freyr, aveva una funzione ancora più elementare: quella di coprire le cuciture della chiusura del cappello stesso.

Il cappello con pon pon - Mamaglia

Fare un pon pon, del resto, è davvero facile e divertente. Io per un periodo ho usato quelli sintetici ma poi ho deciso che non facevano per me, e da qualche anno propongo soltanto pon pon realizzati personalmente da me, con lo stesso materiale con cui sono fatti i cappelli. Avevo scritto un post per parlarne, lo trovi qui.

Il cappello con pon pon - Mamaglia

Il cappello con pon pon di MaMaglia

Ebbene sì, io adoro i pon pon. Mi piace moltissimo e ho sempre prodotto una gran quantità di cappelli che ne avessero (almeno) uno.

Nella collezione invernale del 2021, c’è un berretto speciale. Si chiama Cortina e ha una lavorazione “a quadri”, con pon pon in colore a contrasto. Questi sono due colori, Rosa Baby e Blu Electro, e se ti piace puoi scoprire di più su come è fatto e cosa lo ha ispirato in questa pagina, mentre se vuoi acquistarlo lo trovi nel negozio Etsy.

Ma non è un cappello da donna?

Io detesto questa domanda. Penso da sempre che non esistano accessori, o colori, strettamente maschili o femminili. Ognuno indossa ciò che ama, quello che gli piace e gli va di mettere, finché è decoroso e pulito, io non ho mai pensato che il rosa sia “da bimbe”, e il blu “da maschietti”. Chairito questo, visto che è una domanda che spesso mi viene posta… Beh, credo che questo post sia la risposta definitiva. Il cappello con pon pon nasce su un dio potentissimo, si afferma come simbolo della forza e del potere, del clero e dell’esercito. Non è un certo un fiocchetto svenevole, un vezzo da femminucce.

Il cappello con pon pon è di chi ama indossarlo. E tu cosa ne pensi?

2 commenti

  1. Francesca

    Hai capito quanti segreti nascondeva questo pon pon, chi l’ avrebbe mai detto!

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    1. MaMaglia

      Il pon pon del mistero 😉

      Rispondi

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